Syria Pegasus |
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| MORTE DELL'AMORE:
Vagai per selve, vagai per campi raccogliendo sogni infranti, spirito oscuro dal volto celato piansi il mio sangue su terreni riarsi, la falce è pesante, il cuore avvizzito, alla morte morire non è consentito.
Ed io che di morte muoio ogni ora falciando vite del tempo schiave, non potrò godere del calore dell'amore poichè di baci me n'è concesso uno, freddo marmo le mie labbra, disgrazia a chi le sfiora, alla morte amar è proibito.
Del gelo farò il mio emissario, di tetro marmo rivestirò il cuore, impugnare la falce, dimenticare l'amore alla morte il calor non è concesso, poichè è destinata a portar decesso.
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Scritta di getto, come molti miei racconti, ed intrisa di quella malinconia che, in quest'istante, riecheggia nel mio spirito. Ci sono poche rime tra un verso e l'altro e manca di una struttura precisa, questo per sottolineare la freddezza ed il rimpianto dei pensieri espressi; il titolo forse non è azzeccatissimo, ma è l'unico decente che mi sia affiorato alla mente in pochi minuti. A voi ora giudicare il lavoro...
Edited by Syria Pegasus - 29/8/2008, 15:35
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